DOMINIO DEGLI ELEMENTI CHE COMPONGONO LA PERSONALITA’
All’opera di esplorazione e di scoperta della nostra più vasta vita interna segue quella di prenderne possesso, di acquistar padronanza delle varie forze, dei varî elementi che vivono ed operano in noi. Solocosì potremo raggiungere l’armonia, la sicurezza, la vera salute nervosa e psichica; solo così potremo poi utilizzare degnamente, in noi e fuori di noi, le somme di energie scoperte e attivate.
Il metodo più efficace con cui possiamo acquistare tale dominio è quello della disidentificazione. Esso si basa sopra un principio fondamentale della vita psichica che si può così formulare:
Noi siamo dominati da tutto quello con cui il nostro io si identifica. Noi possiamo dominare, dirigere e utilizzare tutto quello da cui ci disidentifichiamo.
In questo principio sta il segreto della nostra schiavitù o della nostra libertà. Ogniqualvolta ci identifichiamo con una debolezza, con un difetto, con un impulso, ci limitiamo e paralizziamo da noi stessi. Ad esempio, ogniqualvolta ammettiamo: “Io sono scoraggiato”, oppure “Io sono irritato”, diventiamo, perciò stesso, scoraggiati; siamo dominati e travolti dalla depressio
ne o dall’ira. Abbiamo accettato quelle limitazioni, vi abbiamo aderito; ci siamo messi noi stessi in catene.
Se invece, nelle identiche condizioni, diciamo: “Un’onda di scoraggiamento tenta di invadermi”, o “un impulso d’ira tenta di stravolgermi”, il rapporto è diverso; vi sono due forze l’una di fronte all’altra: da un lato il nostro io vigile e dall’altro lo scoraggiamento o l’ira. E l’io vigile non si lascia invadere o stravolgere; può osservare obbiettivamente ed esaminare criticamente quei moti di scoraggiamento o di ira; ricercare l’origine, scorgerne l’infondatezza, prevederne gli effetti dannosi, le conseguenze pericolose. Spesso basta questo per respingere l’attaco di quelle forze, per disperderle e vincere la battaglia.
Ma anche quando il nemico interno è momentaneamente il più forte, quando la personalità cosciente è sopraffatta dalla violenza dell’attacco, l’io vigile non è mai interamente vinto; egli puo ritirarsi in una cittadella interna inespugnabile e di lì preparare i mezzi e attendere il momento prepizio per la riscossa. Egli può perdere qualche battaglia, ma se non cede le armi, se non si arrende a discrezione, le sorti della campagna non sono compromesse e la vittoria finale sarà sua.
Infatti, oltre a respingere via via gli attacchi che vengono dall’inconscio,possiamo fare qualcosa di più efficace e decisivo; combattere le cause profonde di quegli attacchi, tagliare le radici stesse del male. ….. pagg. 28-29